«Essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro» (Mc 16,20)
Carissimi,
iniziamo questo terzo anno del Cammino di fede alla luce della
Programmazione vissuta ad Alì Terme alla fine di Settembre e degli
incontri successivi ad Ottobre che ci hanno permesso di costruire
insieme tale percorso.
La frase del Vangelo di Marco – che abbiamo scelto per guidare la
nostra riflessione – ci ricorda che siamo mandati in missione dal
Signore che agisce con noi. Insieme chiamati a testimoniare la Fede.
L’invito rivoltoci dal nostro Arcivescovo, Mons. Giovani Accolla,
nella Lettera alla Chiesa diocesana per l’Anno Pastorale 2018-2019
“Considerate, fratelli, la vostra chiamata” (1Cor 1,26). I giovani, la
fede e il discernimento vocazionale, ci ricorda come al centro di questo
Anno ci sia il Sinodo dei Giovani. «L’esortazione di San Paolo ai Corinzi
intende fare da sfondo al programma pastorale diocesano. Essa interpella, in
modo particolare, i ragazzi e i giovani a vivere la loro età come tempo di
discernimento dei talenti di cui il Signore li ha dotati per la loro piena
realizzazione personale e “per il bene comune” (1 Cor 12,7). Ma riguarda
anche gli adulti, chiamati ad esprimere nei vari ambiti – la famiglia, il
lavoro, la vita ecclesiale, la politica, lo sport e il tempo libero – la loro
vocazione propria, quale centro unificatore di tutte le dimensioni della
persona. La prospettiva vocazionale attraversa, quindi, trasversalmente tutti i
settori della pastorale diocesana».
Come Comunità ci siamo messi sulla scia del Sinodo evidenziando
l’importanza del discernimento. «Nel discernimento riconosciamo un
modo di stare al mondo, uno stile, un atteggiamento fondamentale e
allo stesso tempo un metodo di lavoro, un percorso da compiere
insieme, che consiste nel guardare le dinamiche sociali e culturali in cui
siamo immersi con lo sguardo del discepolo. Il discernimento conduce
a riconoscere e a sintonizzarsi con l’azione dello Spirito, in un’autentica
obbedienza spirituale» (Instrumentum Laboris del Sinodo).
Papa Francesco, in Evangelii Gaudium 51, presenta il processo di
discernimento con tre verbi: riconoscere, interpretare, scegliere.
RICONOSCERE. Il primo passaggio è quello dello sguardo e
dell’ascolto. Richiede umiltà, prossimità ed empatia.
INTERPRETARE. Il secondo passaggio è un ritorno su ciò che si è
riconosciuto ricorrendo a criteri di interpretazione e valutazione a
partire da uno sguardo di fede.
SCEGLIERE. Solo alla luce della vocazione accolta è possibile
comprendere a quali passi concreti ci chiama lo Spirito e in che
direzione muoverci per rispondere alla Sua chiamata.
Se il Sinodo ci invita a utilizzare questi verbi del discernimento
riferendoci ai giovani – considerati come protagonisti e non come
oggetto – noi vogliamo assumere questi verbi come stile di Comunità
anche alla luce della “Laudato si’”, Enciclica che offre una nuova
prospettiva alla nostra azione pastorale: l’Ecologia integrale.
Organismo chiamato al discernimento e alla riflessione è il Consiglio
Pastorale Parrocchiale, organismo di comunione e partecipazione dei
fedeli alla vita della parrocchia. Lì cercheremo di tracciare il percorso
della nostra Comunità. Dovremmo assumere un nuovo stile di
parrocchia che ci fa vivere la missione di custodi del Creato e della
“Casa comune”. Pensiamo al futuro delle nuove generazioni . Ci chiede
il Papa: «Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno
dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?». Alla luce dell’Agenda 2030
dell’Onu (e della Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile) vogliamo
impegnarci per rivedere i nostri stili di vita. Non possiamo essere fuori
da questi temi perché qui si decide il nostro futuro. L’Educazione
all’ecologia integrale è compito di ogni comunità cristiana e della
CATECHESI ORDINARIA dei giovani e degli adulti per una sempre
maggiore unità tra fede e vita, per una formazione cristiana matura.
Nella Catechesi e all’Oratorio – a partire dalla Laudato si’ – vogliamo
lavorare per una Conversione Ecologica (cfr. la Guida per parrocchie
ecologiche: https://www.focsiv.it/wp-content/uploads/2017/06/ecoguida_web.pdf).
Il punto di partenza deve essere sempre un cambiamento di
mentalità. Come dice Papa Francesco nella Laudato si’: «Molte cose
devono riorientare la propria rotta, ma prima di tutto è l’umanità che ha
bisogno di cambiare. Manca la coscienza di un’origine comune, di una
mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti. Questa consapevolezza
di base permetterebbe lo sviluppo di nuove convinzioni, nuovi atteggiamenti e
stili di vita. Emerge così una grande sfida culturale, spirituale ed
educativa che implicherà lunghi processi di rigenerazione» (n. 202)
Avere fede non significa andare in Chiesa per fare la Prima
Comunione e poi scomparire dagli orizzonti parrocchiali, ma vivere
quella Eucaristia come la forza che illumina il cammino quotidiano di
Testimonianza per rendere più bello questo mondo con relazioni
positive e generative, portatrici di bellezza in questa nostra società e
innanzitutto nel nostro quartiere. Il Sacramento della Penitenza è
quell’incontro col padre Misericordioso e ci rialza con il suo Abbraccio
benedicente. La è allora l Liturgia ’incontro con Cristo vivo che rinnova
la nostra vita. La Parola di Dio che vogliamo approfondire attraverso
la Catechesi settimanale e l’incontro mensile con le famiglie alla
riscoperta della Bibbia diventerà così la nostra luce e guida.
Dalla comunione con Cristo nasce la missione. Come discepoli
missionari vogliamo impegnarci nel nostro quartiere per ridare luce a
e speranza a chi è afflitto abbandonato dalle istituzioni, ai margini
perché ha percorso strade sbagliate. Tramite i delegati di zona
vogliamo raggiungere tutti anche attraverso il giornale Orizzonte che
diventa strumento di evangelizzazione.
La Caritas è il segno di quella Chiesa che vive il territorio e non si
ferma a sfamare il bisogno ma aiuta riprendere in mano la propria vita,
ad avere coraggio per tracciare nuove strade. Questo sarà il compito
del Centro di ascolto Padre Pino Puglisi che ci prepariamo ad aprire.
«La Parrocchia deve riscoprire la missione di Chiesa locale quale
soggetto sociale che dialoga col suo territorio e si lascia coinvolgere in
comportamenti che migliorino la città (raccolta di rifiuti insieme, abbellimento di
un luogo pubblico, denuncia di misfatti ambientali, cfr. Laudato si’, n. 232). Se “tutto
è connesso”, anche le nostre Comunità sono connesse con coloro che amano il loro
territorio e le persone disagiate… E questo è evangelizzare!!!».
Impegniamoci in questo anno a vivere quanto ci ha ricordato Papa
Francesco: «tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo
ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si
tro va» (Gaudete et exsultate, 14). Buon cammino!
p. Sergio Siracusano